• Home
  • Blog
  • Parodontite: cos’è e come curarla

Parodontite: cos’è e come curarla

Se si ha una ferita nella mano e non la si disinfetta, si può infettare a causa dei batteri con cui entra in contatto. Se si tarda a curarla, la lesione si può riempire di pus e la pelle circostante si infiamma, assumendo un colorito rossastro. Naturalmente a questo punto si provvede a prendere le giuste precauzioni.

Si può dire che lo stesso fenomeno avvenga nel nostro cavo orale. Se non si effettua una corretta igiene orale e non si curano le gengive infiammate, i batteri infettano i tessuti fino ad infiammarli, provocando il sanguinamento delle gengive e la perdita del dente nei casi più gravi. In odontoiatria questa malattia è definita parodontite.
Perché allora non curare le “ferite” della nostra bocca?

Che cos’è?

Prima di definire che cos’è la parodontite è importante comprendere che cos’è e dove si trova il parodonto.
Il parodonto è la parte del dente coperta dalla gengiva, costituita da:

  • Osso alveolare;
  • Legamento parodontale;
  • Cemento radicolare;
  • Gengiva.

La parodontite è l’infiammazione cronica di questi tessuti, causata dalla presenza dei batteri che costituiscono la placca e il tartaro.

Il nostro cavo orale è colonizzato da più di 500 tipi di batteri, che vengono tenuti in equilibrio dal nostro sistema immunitario e possono variare da soggetto a soggetto. Quando questo equilibrio viene meno, a causa di un accumulo eccessivo dei batteri “cattivi”, i tessuti molli, le gengive, si infiammano e i tessuti duri, i denti, si deteriorano, causando gengiviti e carie.

La differenza tra gengivite e parodontite non è di tipo eziologico, ma sintomatico. La gengivite è un’infiammazione localizzata nelle gengive, che può degenerare in parodontite se non viene curata, perché l’infiammazione si estende fino al parodonto, attaccando tutti i tessuti.

Cause

L’unica causa è l’attacco da parte dei batteri. L’accumulo eccessivo di questi e il disequilibrio della flora batterica del cavo orale sono provocati da:

  • Scarsa igiene orale: lo spazzolino ha la funzione di rimuovere meccanicamente la placca dai denti ed evitare un accumulo eccessivo superficiale dei batteri.
  • Fumo.
  • Diabete mellito.
  • Malattie autoimmuni.
  • Trauma occlusale.
  • Sbalzi ormonali: durante la gravidanza, l’allattamento e la menopausa, fasi della donna in cui si hanno sbalzi ormonali, cambia il pH della saliva, determinando una maggiore proliferazione dei batteri.

Sintomi

Uno dei primi sintomi è la gengivite. Se le gengive sanguinano durante lo spazzolamento e appaiono arrossate, bisogna rivolgersi subito al Dentista per curarle. Se è trascurata, evolve in parodontite, che si manifesta con i seguenti sintomi:

  • Dolore alle gengive;
  • Gengive arrossate e gonfie;
  • Presenza di pus;
  • Denti sensibili;
  • Restringimento delle gengive;
  • Alito cattivo;
  • Mobilità dentale.

 

Bisogna precisare che nelle persone che fumano un numero elevato di sigarette, la parodontite potrebbe essere asintomatica per lungo tempo e manifestarsi solo in fase avanzata. È consigliato a questi soggetti, oltre a ridurre il numero di sigarette, di sottoporsi a visite di controllo dal Dentista almeno ogni 3 mesi. Un fumatore rischia di perdere i denti 10 volte di più rispetto ad un soggetto non fumatore.

Conseguenze

La parodontite ha conseguenze non solo sul cavo orale, ma su tutto il resto del corpo. Studi scientifici hanno dimostrato che i batteri presenti nella bocca, causa di questa malattia, entrando in circolo attraverso i vasi sanguigni, provocano:

  • Alterazioni dei parametri infiammatori dell’intero organismo;
  • Patologie sistemiche;
  • Infarti al miocardio;
  • Malattie aterosclerotiche;
  • Diabete mellito;
  • Aborti spontanei o parti pre-termine nelle donne in gravidanza.

Nel cavo orale le conseguenze sono:

  • Perdita dell’attacco dei denti rispetto all’alveolo con conseguente formazione di tasche gengivali e ossee;
  • Mobilità dentale,
  • Ascessi;
  • Perdita del dente stesso.

La progressione della malattia determina il livello di recupero: più i tessuti sono attaccati più sarà difficile riportare il paziente allo stato iniziale di salute.

Come curarla: terapie e analisi

Il primo passo per curare la parodontite è eseguire un check-up iniziale, per avere un quadro completo dello stato di salute della bocca. Il Dentista può così definire la terapia da intraprendere e monitorare nel tempo il decorso della malattia.

Le analisi che il Dentista esegue su un paziente affetto da parodontite sono:

  • Test Genetico: è eseguito una volta sola e calcola la predisposizione della persona a sviluppare la parodontite.
  • Test Microbiologico: è ripetuto periodicamente per delineare l’andamento della malattia e per quantificare i livelli dei batteri presenti nella bocca.
  • Sondaggio Parodontale: il Dentista inserisce all’interno del bordo della gengiva in sei punti diversi una sonda graduata, per verificare la presenza di sanguinamento e pus, il grado di mobilità dei denti, la profondità delle tasche e delle recessioni gengivali. Una profondità che supera i 4 mm è indice di una gengiva non sana.
  • Immagini radiologiche: servono per determinare i livelli ossei.

 

Eseguite tutte le analisi, il primo obiettivo è eliminare i batteri presenti sulla superficie dentale e nelle zone sottogengivali. Le fasi iniziali della terapia comprendono anche una rieducazione all’igiene orale del Paziente: la collaborazione e la sensibilizzazione del soggetto malato sono il primo passo per avviare la guarigione.

La terapia comprende:

  • Miglioramento dell’igiene orale da parte del paziente.
  • Detartrasi attraverso strumentazione ad ultrasuoni o attraverso le curettes (scaling).
  • Rimozione del tartaro e dei tessuti contenenti batteri, presenti sulle radici e all’interno delle tasche parodontali (root planing).
  • Somministrazione dell’antibiotico per 1/2 settimane. N.B. Solo la terapia farmacologica non è sufficiente per guarire la parodontite, perché l’effetto dell’antibiotico non può arrivare fino al cemento radicolare e ai tubuli dentinali, essendo privi di vasi sanguigni.
  • Trattamento laser: vaporizza tutti i microrganismi sottogengivali.
  • Chirurgia parodontale: l’intervento chirurgico consiste nel riempire le tasche gengivali e ossee con sostituti ossei sintetici coperti da membrane riassorbili.
  • Chirurgia Mucogengivale: nei pazienti che presentano un elevato livello di restringimento gengivale la chirurgia serve per donare un sorriso alla vista armonioso e per coprire i colletti scoperti.

Tutte le terapie sono indolore, perché eseguite sotto anestesia locale. Inoltre, le procedure sono intervallate da controlli dei livelli microbiologici, per verificare lo stato di salute.

I pazienti che guariscono dalla parodontite non devono abbassare la guardia: devono sottoporsi a visite di controllo dal Dentista almeno 3 volte al mese ed effettuare meticolosamente la pulizia dei denti domiciliare.

I danni estetici possono essere migliorati con le faccette e splintaggi vestibolari. Non è consigliato un intervento ortodontico, perché l’apparecchio peggiorerebbe la situazione batterica, poiché risulta più difficile eseguire l’igiene orale.

Parodontite acuta

Si definisce tale quando l’infiammazione batterica giunge in profondità e attacca l’osso, causando la perdita del dente. È la fase più grave della malattia ed è irreversibile.

In questi casi diventa fondamentale insegnare le corrette tecniche di igiene orale al paziente, perché la sostituzione del dente perso con un impianto dentale non risolverebbe il problema, perché i batteri sono la causa scatenante della malattia. Se non si eliminano, si può incorrere in un’altra malattia: la perimplantite.